“Si può capire l’anima di un uomo dai sigari che fuma e dalla musica che ascolta” (J. Galsworth)
Dal secco kentucky che scricchiola fra le dita al setoso caraibico, ogni sigaro suona e vuole la sua musica: le note s’intrecciano ai flavours, la cadenza delle boccate è scandita a ritmo di metronomo ed il famoso “suonatore di cornamusa” mette in atto la sua opera. La musica è emozione, ci trasmette sentimenti e ci comprende, proprio come un sigaro: vi è empatia. Adoro “abbinare” il tabacco fumato a un brano musicale e nessun sommelier o Catador potrà dirmi che è sbagliato!
Vi sono sigari gentili, raffinati ed erbacei, così tanto rassomiglianti alla musica classica, da far confondere le note vegetali e floreali con le “Quattro Stagioni” di Vivaldi, con un’armonia tale ed una cadenza delle boccate da ricreare un valzer degno di Chopin.
Vi sono sigari dalla “black soul”, con note scure e cupe del caffè e del cioccolato come il blues, a tratti stonate da sentori di pepe come il jazz: come non ricordare Billy Holiday a ogni puffata calda e cremosa! Vi sono sigari che scatenano fin da subito un carattere rude, sentori forti, marcati e complessi che, come il rock, irrompono prepotentemente e dominano la palette aromatica: liquirizia e spezie espandono le nostre percezioni, come i brani dei Door’s o dei Queen, o ci ricaricano come il grunge, degli Alice in Chain e dei Nirvana, o l’heavy metal dei Rolling Stones.
Vi sono sigari semplici, con un numero di aromi e sentori limitati, che qualcuno definirebbe “piatti”, ma anche nella semplicità vi è piacere: leggerezza ed autenticità si ritrovano nella musica country o nel rock and roll, Elvis non avrebbe nulla da invidiare agli altri…
Alla fine, qualunque sia la nostra anima o la nostra musica, siamo sempre appassionati in ricerca di emozioni!
Lady M